Diario confuso e sconclusionato di un anno di vita, ricerca, viaggio, scoperta e di tutto quello che può accadere ....
L'avventura inizia il 01 maggio 2010!

sabato 31 luglio 2010

Lankgawi, anche no




allora tutti parlano di questa famossissima Lankgawi a Penang, belle spiagge, e' vicinissima, 3 ore di aliscafo, e' porto franco quindi sigarette ed alcolici costano pochissimo, non si capisce perche' io non sia ancora partita x codesta destinazione..... anche se... non ho mai fumato in vita mia, nemmeno x scherzo....vino italiano non ce n'e', della birra malese se ne fa anche a meno...ma via, si va.
L'aliscafo e' un'esperienza divertentissima. Prima di tutto e' una truffa legalizzata con la complicita' del governo malese, una tariffa da capogiro.
Alla partenza vengono consegnati degli strani sacchetti neri, non se ne capisce l'ultilizzo. Almeno x un quarto d'ora, dopo di che mi sovviene il sottile pensiero che siano...no, non e' possibile.
Invece si. Dopo mezz'ora un sacco di gente comincia a vomitare. Negli appositi sacchetti neri (anche il colore ha il suo perche'...).
Giungo nella famosa isola (senza vomitare, dopo una simpatica esperienza col mio papi su una barca attorno all'isola di Vulcano quando ero giovane il mio stomaco non eme piu' nulla) , la truffa procede spedita, pare che nell'isola non ci siano mezzi pubblici, solo taxi, per 14 km l'equivalente di 7 euro che qui sono un patrimonio.
La guesthouse dove mi alloggio non e' male , Rainbow guesthouse, tariffa onesta. Eddy, il gentile oste, sara' segnalato con nota di demerito al governo malese immagino, rovina il decoro dell'isola applicando siffatte tariffe.
Mah, forse qui usano la moneta thailandese??????? mi sovviene questo pensiero osservando i menu dei ristoranti, ci sono degli zero di troppo.....
No, mi dicono che usano la moneta malese. Le pizzerie poi probabilmente importano la mozzarella da Saturno dati i prezzi.
Allora la truffa e' una realta' consolidata.
Il concetto e' molto semplice qui. Il povero turista e' prigioniero dell'isola stessa a meno che non decida di mettere mano al portafoglio e quindi noleggi un qualsiasi tipo di mezzo oppure non sia disposto a pagare profumatamente un taxista (e si capisce perche' ci son piu' taxisti che abitanti qui...) e se ci si reca in spiaggia si deve essere preparati a banana boat, parasailing, moto d'acqua (che mi lasciano totalmente indifferente) etc etc. Un punto di noleggio ogni 7 metri. Ed e' un vero peccato perche' la spiaggia e' davvero bella!
Credo di aver preso in antipatia quest'isola ed il monsone a dire il vero non aiuta, tutti i pomeriggi x 5-6 ore piove. Ma non e' quella leggera pioggia londinese, no. E' quella pioggia che se non l'hai mai vista non la puoi immaginare ma il concetto di acqua a catinelle potrebbe aiutare, davvero bella e piacevole da guardare ed ascoltare a dire il vero, sempre che tu non ti ci trovi sotto senza un riparo.
L'isola e' molto frequantata da persone provenienti da Kuwait ed Emirati Arabi quindi si vedono tantissime donne completamente velate di nero, immagino che l'esperienza della permanenza appresso al marito in spiaggia sotto il sole cocente con 45 gradi con siffatto abito sia davvero piacevolissima, memorabile direi. Altrettanto divertente la cena od il pranzo al ristorante, potete immaginare la praticita' del vestito mentre si tenta di mangiare ma c'e' il velo di mezzo. Allora ci sono degli ancora piu' divertenti separe' dietro i quali le signore usano stare mentre mangiano. Non vedranno l'ora di andare in vacanza.
Un giorno una di queste signore velate in spiaggia si e' tolta di scatto la palandrana, a momenti ho un mancamento. Aveva un'altra palandrana sotto di uguale forgia, l'unica differenza stava nel colore. Mi hanno spiegato che trattavasi di costume da bagno. Le ultramoderne utilizzano una specie di tuata sa Superman x fare il bagno ( senza il mantello, ca va sans dire). Ditemi voi se questa e' vita.
Ma un'esperienza positiva l'ho fatta, ho conosciuto Vladim, padre russo e madre tedesca, cresciuto in Russia e trasfertitosi in Germania all'eta' di 15 anni con la famiglia, abbiamo cominciato a fare due chiacchiere a colazione alle 09 del mattino, alle ore 13 ancora chiacchieravamo! Imparo un sacco di cose interessanti sulla sua famiglia, la Russia e la Germania, la Cecenia ed un sacco di altri paesi, la sua visione e' davvero singolare per me e mi da' un sacco di spunti di riflessione. Mi sento una grandissima ignorantona ma faccio un sacco di domande cosi' lui non lo nota..... e anche se lo nota fa finta di nulla. Vladim parte, io vado in spiaggia, mezz'ora perche' poi, guarda un po' piove.
La mattina dopo decido che mi sono annoiata a sufficienza qui, faccio i bagagli e parto, voglio tornare a Penang. Ma NON VOGLIO PRENDERE L'ALISCAFO (pregasi di rileggere le prime righe)E NON VOGLIO FOMENTARE LA TRUFFA LEGALIZZATA DEL COSTO DEL BIGLIETTO.
Prendo il furto-taxi x il porto e da li' un normale traghetto x Kuala Perlis. Giunta a Kuala Perlis so esserci un autobus che mi condurra' direttamente a Georgetown.
Il bus non c'e'. O meglio passa alle 14,45 ma la biglietteria di quella compagnia li' e' chiusa e l'autista sul bus non fa i biglietti. I biglietti si possono acquistare comodamente a 14 km da li', in un'altra citta', Kangar.
Lo so, vi starete chiedendo perche' allora l'autobus passa da Kuala Perlis. Me lo sono chiesto anche io. La domanda e' caduta nel vuoto.
Allora prendo un bus x questa Kangar, local bus. 45 minuti di attesa sotto il sole.
Arrivo a Kangar e scopro che il fantomatico bus delle 14,45 e' soppresso, nessuno sa perche' e quando dico nessuno non parlo di innocenti passanti ma delle gentili signorine della biglietteria della compagnia di bus. C'e' un altro bus alle 19 pero' se voglio. No, io non vorrei aspettare fino alle 19 dato che sono le 13.
Allora trovo un altro bus che va a Butterworth.
Arrivata a Butterworth prendo il ferry x Georgetown.
Arrivo a Georgetown alle ore 18,30 , ero partita alle 09. Fate da voi i conti, io son troppo stanca. Numero di mezzi utilizzati 5, tutti differenti. Ma ho speso molto meno rispetto all'andata!
Riflessione: se pensavo di aver appreso l'arte della serenita' e della calma e pazienza presso la Santa Sede del Dalai Lama mi sono dovuta ricredere durante questo viaggio, la strada da percorrere e' ancora molto lunga.

2 commenti:

  1. ...adesso capisci perché un furbone si è inventato la storia dell'aliscafo e ci fa un sacco di soldi!! Gli altri mezzi di trasporto non sembrano molto pratici.
    Avrebbe perso la pazienza anche il Dalai Lama.

    Segno: Lankgawi = bufala; Mozzarella marziana; tuta di super Pippo= costume da bagno. Quante cose che si imparano viaggiando...cioè, viaggi solo tu, ma le impariamo poi anche noi. Adesso, appena la Giulia, che è il nostro Tom tom, mi dice come fare per arrivarci (perché io del giro che hai fatto tu, non ci ho capito niente) posso venire a fare il turista intelligente in Malesia.

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