mercoledì 17 agosto 2011
Ankgor Wat e compagnia bella
Il mio perfetto tour guide, Ed, mi viene a recuperare alla guesthouse alle ore 08,00 con un tuc tuc (ed annesso tuctucaro, ergo l'autista del tuc tuc)a nostra disposizione per tutta la giornata. Il sorridente (almeno la mattina alle 08,00) tuctucaro non sa che la giornata per lui sarà molto lunga e soprattutto che Ed non è un neofita come me ergo non lo si può rigirare con un calzino dicendogli dopo 4-5 ore che ormai le aree più belle erano state visitate e tornare a casa trionfante avendo buggerato due innocenti turisti. Non è che siano tutti così, ma questo, è evidente, lo era. Quindi Ed mette subito in chiaro che dovrà guadagnarsi la pagnotta e di volta in volta gli indica verso quale tempio dirigere il tuc tuc. In lingua khmer, cosa che lascia ancora più interdetto il tuctucaro che inizia a capire che forse non andrà tutto esattamente come lui aveva immaginato ed i suoi 15 dollari tocca che se li sudi.
Allora l'ingresso al complesso non costa poco, ma molto. 20 dollari per un giorno, 40 dollari per tre, ci sono biglietti anche per una settimana ma abbiamo optato per il giornaliero escludendo a priori la possibilità di acquistare il settimanale dato che non siamo archeologi ed anche il "tre giorni" dato che Ed mi avvisa che per il giorno dopo c'è altro sul programma.
E' una sensazione a dir poco nuova quella di farmi guidare da qualcun altro ed affidarmi alle sue decisioni, di solito sono io quella che guida ed ha la Lonely Planet in mano. Non male direi....:)
Vi avviso che all'ingresso vi scattano pure una foto che viene schiaffata digitalmente sul biglietto quindi non pensate di fare i soliti furboni italiani e vendere poi a prezzo scontato il biglietto a qualcun altro perchè la truffa non riesce, tra l'altro ad ogni ingresso controllano la foto.
Cominciamo col sito principale, il più famoso. Davvero bello. Finchè l'inflessibile Ed non dà dritte al tuctucaro e ci rechiamo a Ta Prohm. Ecco adesso il tempio principale sembra molto meno bello. Alla fine della visita a Siem Reap riguardando indietro e ricordando tutto quel che ho visto questo rimane uno dei due più incredibili siti archeologici che io abbia visto. E non solo qui, in tutta la mia vita.Insieme a Petra, si capisce.
In questo sito sono state girate molte delle sequenze di Tomb Rider. Mi sento molto Angelina Jolie; certo, una oversized Angelina, non faccio altro che mangiare qui ed Ed non aiuta, mangia come un bufalo ed è ovviamente magrissimo.
La ragione per cui questo sito lascia senza fiato non va trovata solo nella capacità Khmer di costruire qualcosa che avrebbe dell'incredibile anche al giorno d'oggi (ma con gli strumenti in uso più di 800 anni fa....) ma piuttosto per me nell'unione tra quel che l'uomo ha creato e che la natura nei secoli ha aggiunto, una mescola unica ed irripetibile che non potrebbe essere progettata da una mente umana ma che madre natura si è divertita a dipingere. Purtroppo le foto non rendono minimamente l'idea di quello che si può vedere arrivati lì. Un insieme caotico ed allo stesso tempo perfetto di costruzioni bellissime ed alberi che le hanno strette ed avvinghiate, di templi all'interno deli quali ora si ergono alte piante (che naturalmente io non distinguo essendo notoriamente un pollice nero ma mia madre immagino conoscerebbe bene), un arbusto che cresce su un tetto e così via! Il colore prevalente qui è il verde muschio e va da sè che l'umidità la fa da padrone. Proseguiamo per la nostra visita con molte altre aree di periodi diversi e si nota non tanto la differenza di stile (per me è già difficile distinguere il gotico dal barocco. Non si cava sangue dalle rape) quanto dei colori delle pietre, alcune più rosse come rosso è il colore della terra qui.
Tutto bellissimo! Arriviamo al Bayon , tempio che si trova proprio al centro di quella che era la città, qui si trovano ben 216 giganteschi volti che si possono ammirare guardando il tempio dall'esterno, tutti con un sinistro sorrisetto dipinto sulle labbra. Ultima nota, questa volta di colore: un famoso tempio che si chiama mi pare Baphuon stava crollando quindi un'equipe francese negli anni sessanta, per preservarne la bellezza e dare al mondo la possibilità i ammirarlo in tutta la sua interezza, lo smontò pezzo per pezzo ovviamente documentando ogni singolo pezzo di modo da poterlo poi ricostruire. Ma quando i khmer rouge presero il potere tutti i documenti riguardati le posizioni di ogni singola pietra andarono perduti.
Finita la guerra degli eroi decisero di tentare comunque di ricostruirlo. Praticamente è come costruire un puzzle senza la figura ... alla fine un qualche risultato lo hanno ottenuto e ad occhio nudo appare proprio un edificio. Peccato che siano avanzate tonnellate di pietre che non si sa dove andassero. Ma apprezziamo lo sforzo, GIUSTO?
Salutiamo l'antipaticissimo tuctucaro , doccia trucchi e parrucchi e Siem Reap nightlife, ci raggiunge anche un amico di Ed, Michael, davvero simpatico, il suo inglese era tutto un programma , divertentissimo!
Per il giorno successivo ci aspettano tanti km, quindi me ne vado a letto presto.
La mattina trovo Ed ad attendermi (sempre in anticipo) davanti alla guesthouse con quello che mi pare di capire essere uno dei suoi sogni di bambino: una jeep. Si quelle robe tipo militare che sono scomodissime e non hanno sportelli. Saluto l'autista che starà con noi tutto il giorno e salgo sul trampolo. Ed tutto eccitato mi chiede cosa ne penso e mi vien da dire realmente quel che penso:"it looks like an oversized tuc tuc". Ecco, come rompere un'amicizia in una lezione. Ed non mi parla per almeno dieci minuti ed è un gran record. Poi mi liquida con frasi tipo "una donna non può capire. Sono cose da uomini queste". Ah senza dubbio io non capisco....pensa di farmi un favore lasciandomi seduta davanti col driver ma dopo un pò ci scambiamo di posto, io passo dietro (a bocce ferme, non è che siamo in un film di guerra, la macchina non si muoveva)e mi polleggio comodamente e lui davanti fa 1500 domande delle quali io nemmeno comprendo il senso al povero driver, a cosa serve questa o quella spia, il carburante etc etc. Ora dico io, cosa c'è da chiedere su una macchina che è un rudere e che ha 2 spie in croce e nulla più? ma,come giustamente dice Ed, io non posso capire...:)
Ci lasciamo indietro il piccolo incidente diplomatico ed arriviamo a Beng Mealea, un altro sito stile-Angkor. Qui troviamo Mei, simpatica e gentilissima guida che si arriampica sui pietroni malmessi di questo sito come fosse un capretto mentre io arranco dietro. Ecco qui vorrei aprire un capitolo intitolato "LE COSE CHE NON MI RIESCONO". Ora il numero naturalmente tende ad infinito ma devo aggiungere proprio verso la cima della lista l'arrampicarsi. Non vorrei saltare di palo in frasca e confondervi le idee ma sia in questo sito che oggi su degli scogli (la puntata della località ricca di scogli verrà più avanti) mi sono sentita una perfetta deficiente. Capacità pari a zero, fatica pari a mille, grazia nel movimento pari a meno mille e pure paura. Esiste una triste equazione per questo?
Ma torniamo alla capretta, ovvero la nostra simpatica signora che ci accompagnava. Vorrei che ricordaste questo nome, tornerà ad apparire tra qualche puntata. MEI.
Scatto una serie di foto ad Ed mentre guida la jeep che il driver gli ha affidato in una zona sicura (sicura giusto la strada dato che siamo contorniati di simpatici cartelli che indicano mine in quell'area) e ci rechiamo nell'ultimo sito previsto per la giornata, Koh Ker, davvero bello anche questo, isolatissimo dato che SENZA JEEP NON CI SI VA e quindi non ci sono pullman e frotte di turisti! Torniamo a casa contenti e soddisfatti, giornata bella, diver gentilissimo e simpatico, tutto un altro andare, Ed superfelice di aver guidato la jeep ed andiamo anche all'agenzia per segnalare che il guidatore è stato davvero gentilissimo ed in gamba. Quanno ce vò ce vò!
Alla prossima amici!
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