mercoledì 17 agosto 2011
BATTAMBANG
Ho passato dei giorni belli con Ed, pensieri, parole, idee, discussioni, visioni, punti di vista. E risate ovviamente! Mi sento arricchita e fortunata. La cosa che più ammiro in Ed è la sua capacità di mettersi REALMENTE nei panni di chi gli sta di fronte e cercare DAVVERO di capire quel che passa. Non semplicemente portare il suo punto di vista british e con quello insegnare al mondo come si vive. E vedere che è serio quando dice che il suo è solo un lavoro e che fa quel che fa solo perchè vorrebbe in qualche modo provare a dar voce a chi la voce non ce l'ha o non sa come usarla.
You're really a good and brave guy Ed!
E' ora di separarsi, Ed parte per la nuova estinazione che la NGO per la quale lavora ha in serbo per lui. I saluti non sono mai semplici ma facciamo del nostro meglio.
Io mi concedo un pranzo indiano buono e come sempre nei ristoranti indiani di tutto il mondo molto cheap. Tranne che in Italia naturalmente, dove per mettere insieme del riso con del curry e fare un masala chai spendi come se avessero fuso insieme oro e platino. VERGOGNA!
Poi dedico il resto della giornata a fare quello che non si può fare con un uomo: girare per mercatini. Non ho comprato nulla dato che nulla o quasi mi piaceva ma non è questo il punto, il bello sta nel curiosare e girellare.
Il giorno dopo, di buon mattino, parto alla volta di Battambang, destinazione che raggiungerò in barca dato che tutti mi hanno consigliato la navigazione sul fiume Sangke. Proviamo. Allora due cose da dire: la prima è che spesso il biglietto della barca o del bus include anche il fatto che qualcuno vi recuperi con qualche mezzo di fortuna e vi porti alla fermata del bus/porto. La seconda è che quando arrivate al porto vi rapiscono il bagaglio. Il tassista-omino, colluso con dei ceffi, apre il bagagliaio mentre tu stai ancora scendendo e non fai in tempo a prendere il bagaglio che viene agguantato dai sudetti ceffi e portato per ben 15 metri (in discesa) alla barca. Erano 20 passi miei quindi non potevano essere più di 15 metri. Ora per questa grande fatica di Ercole per altro non richiesta e da me contestata energicamente e che mi ha fatta ink...re non poco i ceffi vogliono 1 o 2 dollari. Tempo impiegato, giuro, 20 secondi. Chiaro che scatta la lite, no? Ora chi mi conosce sa che ho tanti difetti ma la taccagneria non rietra tra questi, anzi. Però qui si chidono soldi e mance x qualsiasi cosa e alla fine di una vacanza non sono pochi i soldi spesi così.
Ma torniamo alla storia principale, trovo quindi un ometto che si presenta puntuale alle ore 06,30 davanti alla guesthouse. Gli orari sono chiarissimi: partenza della barca alle ore 07 ed arrivo a destinazione alle ore 12,30. Alle ore 07 ancora vagavamo con il pilota-omino (che si è poi rivelato essere anche l'armatore quindi senza di noi la barca non partiva, almeno questa consolazione) per delle stradine di Siem Reap alla disperata ricerca della guesthouse dove recuperare altre due turiste col suo telefono che squillava in continuazione. Partenza alla fine alle ore 07,45, arrivo a Battamang alle ore 14,45.
Il tragitto in barca è davvero bellissimo e pittoresco, si vede una parte della vera vita della Cambogia. Dura e difficile dal mio punto di vista. Un milione di bimbi che ci salutano al passaggio della barca, che tenerezza. Quante domande...staranno meglio qui o la nostra idea di vita ordinata-pulita-asettica è migliore? andranno a scuola? avranno la possibilità di fare quello che vorranno da grandi? avranno la possibilità o la capacità di chiedersi quel che vorranno fare da grandi? Tante domande, nessuna risposta. L'idea di vivere così sul fiume mi porta ad una sensazione di solitudine ed allo stesso tempo di mancanza d'aria, come se lo spazio non fosse abbastanza. Capisco che è un ossimoro, ma mi sono sempre piaciute le contraddizioni in termini.
A prima vista Battambang non mi sembra gran che. Anche a seconda vista. Diamole ancora un pò di tempo....è chiaro che venendo da Siem Reap poi tutto sembra un pò meno bello.
La città si sviluppa su tra strade parallele al fiume ed alle trasversali, il centro è il mercato della città. E' bello notare come qui nei mercati tutto è mischiato, il venditore di banane e mango accanto all'orafo ed ancora accanto a quello che vende i noodles, poi c'è quello che vende i pigiami-abito e poi....questa è una roba buffa, poi magari c'è anche in Italia ma io non l'ho mi vista. Un sacco di banchetti vendono mutande, fin qui niente di strano. Mutande da donna, tutto nella norma. Però le mutande sono imbottite dietro, sui glutei! sono davero buffissime....
Pranzo allo Smokin' Pot, cucina khmer, il più buon veg amok mangiato da quando sono in Cambogia!
Quel che resta del pomeriggio lo passo da Seeing Hands, un'organizzazione no profit che forma non vedenti all'arte del massaggio giapponese. Ora io non sono un'esperta di massaggi giapponesi, questa è la premessa, ma il mio percepito è che non sono rilassanti. Ritenterò il giorno successivo col medesimo percepito, sicuramente sono validissimi ma purtroppo la mia idea di massaggio equivale a relax.
La mattina sucessiva, di buon'ora, mi trovo con un tuctucaro (che trovo antipaticissimo dal primo istante, un colpo di fulmine al contrario) ingaggiato per portarmi fondamentalmente in due destinazioni. La prima è la famosa partenza dei BAMBOO TRAINS. Trains mi sembra un parolone a dire il vero. Praticamente è una specie di piccola piattaforma di bamboo che poggia su 4 ruote e viene azionata da un motorino (vedasi foto allegate) e che , questo si, viaggia sui binari del treno. Questo ambaradan è ovviamente illegale ed il governo sta cercando di far capire a questa gente che appena il treno vero arriverà qui dovranno far basta. MA quello che il governo pare non capire è che QUESTO MODO DI ESTORCERE UNA QUANTITA' INUSITATA DI SOLDI difficilmente troverà riscontro in altra attività. Allora il giretto mi costa la bellezza di 10 dollari, per l'uso esclusivo dell'aggeggio, uso che io non avevo certamente chiesto in esclusiva, anzi avrei preferito condividere. Questi cosi vengono fondamentalmente usati dai locali per spostarsi nelle zone limitrofe e quindi molti ne posseggono uno. La parte molto divertente (la prima volta, alla quinta cominci a stancarti...) è che prima o poi incontri un altro ageggio similare che viene dalla direzione opposta SEMPRE SULLO STESSO BINARIO. Quindi uno dei due deve togliere la piattaforma e le ruote dal binario per far passare l'altro, poi si rimonta il tutto e via come il vento! l'operazione richiede 3 minuti circa, è molto veloce, è solo che la prima volta che capita, quando vedi il bamboo train provenire dall'altra direzione, ti immagini una scena apocalittica, gente che vola nei campi di riso circostanti, feriti; poi chiaramente ridi di te stessa. Esiste anche una sorta di codice di comportamento mi pare d'aver capito, in una certa direzione si ha sempre la precedenza insomma.
La seconda destinazione dove mi accompagna il saccente tuctucaro (che nel frattempo mi spiega tutti i segreti e le soluzioni dei problemi del mondo, mi svela le sue antipatie per gay, lesbiche, ebrei e un infinito numero di categorie di persone. Praticamente tutto il mondo tranne lui ha qualcosa che non va) è Phnom Sampeau, una collina a cira 20 km di distanza da Battambang tristemente famosa perchè qui i khmer rouge hanno ucciso circa 10.000 persone a bastonate e poi gettandole nelle cave che si trovano qui. Le cave ora sono piene di teschi ed ossa ed i racconti delle persone che stazionano qui sono tutto fuorchè piacevoli e divertenti.
C'è di bello in cima alla collina un panorama mozzafiato, campi di riso a perdita d'occhio ed una tonalità di verde che non è riproducibile! Per fortuna sono venuta in questo periodo, nella stagione secca (si fa per dire...) i colori non sarebbero stati altrettanto belli.
Il tuctucaro truffaldino cerca di spillarmi altri soldi mentre mi accompagna alla destinazione più importante per me qui: l'ospedale di EMERGENCY. Per fortuna esistono anche persone davvero simpatiche, dopo la visita all'ospedale mi inchiacchiero con un simpaticissimo e davvero piacevole signore indigeno che lavora in un negozio di una NGO. Mi spiace non aver capito minimamente il suo nome. E' stata un'ora piacevolissima che ha fatto largamente media con il tempo passato col tuctucaro.
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