Diario confuso e sconclusionato di un anno di vita, ricerca, viaggio, scoperta e di tutto quello che può accadere ....
L'avventura inizia il 01 maggio 2010!

giovedì 1 settembre 2011

Conclusioni finali - Cambogia o Cambodia che dir si voglia







X spostarsi nel paese-lunghe o medie distanze: io ho sempe usato i bus. Nei forum dei viaggiatori ho trovato vari commenti su una piuttosto che l'altra compagnia. Alla fine della fiera x me son tutte uguali nulla è eccelso, nulla è monnezza, tutto più che decoroso. Dimenticatevi la puntualità. E soprattutto non innervositevi quando vedete che si fermano a chiedere ad ogni passante se x caso deve salire, qui funziona così. Ho fatto una lunga chiacchierata riguardante gli usi e costumi locali con il simpaticissimo nipote della proprietaria della guesthouse dove ho dormito a Phnom Penh, lui era stato da poco a Bangkok, primo suo viaggio al di fuori della Cambogia, era assolutamente choccato perchè lì gli autobus quando uno sale non aspettano che lui si accomodi (con tutta la calma del mondo) a sedere da qualche parte e quando si scende l'autista non aspetta un attimo per vedere se il passeggero sta bene ed ha deciso che fare della wsua vita. Lo sventurato nipote che ha un nome che si pronuncia come "Tira" ma vai tu a sapere come si scrive in realtà, il prossimo anno se tutto va bene effettuerà un viaggio in Europa. Gli ho detto di non prendere mai l'autobus, speriamo bene, sopravviverà?
Non innervositevi nemmeno quando l'autista del pullman si ferma in lavanderia x lasciare roba sporca e ritirarne della pulita, a comprare la frutta nel suo banchetto preferito, a comprari gli spiedini di non so quale animale in un altro banchetto, a fare la pipì in mezzo ad un campo (seguito da tutti gli uomini presenti nel pullman). Naturalmente col pullman e tutto il suo carico umano, mica nel suo tempo libero. Qui funziona così, nessuno dice nulla.
E non fatevi prendere dall'agitazione dopo la prima ora passata sul bus in compagnia di un dvd con musica, karaoke e balli locali. E' inutile innervosirsi perchè sarà così per tutto il viaggio. Può solo peggiorare anche se non lo credete possibile di primo acchito.
Godetevi invece i panorami che sono meravigliosi ed irripetibili, campi di riso e verde a perdita d'occhio, alla fine sono la cosa che più ricorderete dei vostri viaggi in bus. Si dice che la mente tende a cancellare i ricordi brutti, speriamo di dimenticare i dvd un giorno.
Dimenticavo, sempre riguardo agli autobus: si bubbola. Che tradotto in tialiano è si gela: quindi portatevi il piumino ed i calzini di lana che avete comprato sull'Himalaya. Non ce li avete? Peggio x voi. Uomo avvisato...
Usi e costumi locali: come sempre un'infinità e sono come sempre diversissimi dai nostri, altrimenti non li noteremmo nemmeno. Una cosa che mi è piaciuta moltissimo è una sorta di passatempo nazionale: il ballo di gruppo. La sera, sopratutto a Phnom Penh, l gente si trova e ...balla. C'è una sorta di conduttore che guida il gruppone numerossisimo di danzatori (può partecipare chiunque, ci si mette lì e si balla, si fa nelle piazze, nei giardini, sul lungofiume etc etc)
Non so bene come si possa definire questo tipo di ballo, tipo un "ballo del qua qua" o un "ci son due coccodrilli" ma per adulti. Ecco, tipo "LA NOTTE VOLA" della Cuccarini, x farvi capire il genere. I gruppi sono diversificati a seconda della musica, musica più moderna stile rap = supergiovani; musica stile classica locale/karaoke = di tutto un pò, dalla signora settantenne al bambino. Mi è piaciuto il senso di aggregazione di questi balli ed il fatto che mettono insieme gente di tutte le età!
E poi le persone sembrano godersela un mondo anche senza dover fare coreografie stile Jennfer Lopez. Ho passato le mie serate a Phnom Penh a guardarli (no, io non ci ho provato, ridevano di me già senza che mi cimentassi nel ballo) e vederli mi ha fatto pensare a quanto doveva essere lugubre questa città quando è stata "liberata" dai khmer rouge e la gente è stata costretta ad andarsene e ad abbandonarla.
Auto locali: due tipi di auto
1 TOYOTA CAMRY. Di tutti i tipi, versioni, modelli, annate, ma solo questa. Un pò come la Polo in Europa che si fa da un milione di anni ed in un milione di versioni (ancora ricordo la mitica Polo rossa del Rez con la quale si scorrazzava x la Romagna quando eravamo ragazzine, te la ricordi Ory?)
2 TUTTO IL RESTO. più che altro grossi fuoristrada, ma la percentuale è circa 80 % Camry contro il resto del mondo. Vien da pensare che sia poca spesa molta resa.
Traffico: non torno sull'argomento - mancanza di segnaletica perchè l'ho già sviscerato, vi segnalo solo che quand'anche vi trovaste in presenza di rarissimi semafori questi vengono totalmente ignorati dai guidatori di motorini che passano sempre e comunque incuranti del colore vigente nel semaforo. Ergo anche se poi magari avrete ragione è meglio che guardiate 1000 volte prima di passare perchè loro vi stirano. Essere morti ma aver ragione non aiuta, meglio essere vivi in ogni caso.
Omino con divisa e paletta dello stop, presumo un poliziotto locale: deriso ed ignorato da tutti. Conta come il due di coppe col gioco a bastoni. Quindi non vi aiuterà, non ci fate conto.
Pazienza: anche qui, come in molti paesi dove la povertà regna, ce ne vuole molta; " TUCTUUUUC!!!" è la cosa che sentirete più frequentemente; non guardatevi in giro come se non fosse indirzzata a voi, perchè parlano proprio con voi. Stessa cosa, "MASSSAAASGEEEE". Ed anche una new entry che in altri paesi non mi era mai capitato di udire: "LAUUUNDRYYYY MADAMEEE?" cioè vi braccano anche x la roba da portare in lavanderia, quindi se avete roba sporca ma non volete essere
molestati avete due scelte, mettervela tutta addosso e spogliarvi solo in lavanderia come nel famoso spot della Levis (qualcuno sa che fine ha fatto quel figone dello spot?) oppure nascondere la roba da lavare in borse che non diano nell'occhio, la sportina da adito invece a molti sospetti e quindi richieste.
Ceretta: non la fate qui. Fidatevi dell'esperienza di chi ci è passato. Non fatevi attirare da chimere come "ho tanto tempo libero" oppure "a strappar dei peli son capaci tutti" od ancor peggio "costa poco". Due ore e 45 minuti per fare la ceretta gambe e braccia mi sembrano davvero troppi. Ceretta a freddo naturalmente, con spatolina di legno stile dottore che ti controlla le tonsille. Ecco forse la cetetta posso metterla sotto il capitolo pazienza.
Non ritorno sulle descrizioni delle singole cose viste dato che le trovate nelle pagine precedenti.
Conclusioni: la Cambogia è davvero un paese molto bello ed allo stesso tempo molto provato ma la mia impressione è che ci siano grandi speranze perchè mi sembra (ovviamente impressione superficiale di una turista quindi prendetela con tutti i benefici del dubbio del caso) che la gente voglia guardare avanti e non indietro; questa vancanza me la sono proprio goduta. Grazie anche a chi mi ha accompagnata per un pezzo del mio tragitto, a chi mi ha fatto vedere cose difficili, a chi me ne ha spiegate altre ancora più difficili, a chi mi ha fatto ridere, a chi mi ha fatta arrabbiare, a chi mi ha insegnato cose nuove che non sapevo etc etc.
Come sempre per me il viaggio non è quello che vado a vedere ma soprattutto quello che vado a "sentire" ed il mezzo sono sempre le persone che ho la fortuna di incontrare.
Alla prossima avventura amiche ed amici!

mercoledì 24 agosto 2011

Se questo è un uomo

Un uomo si reca al lavoro un qualsiasi lunedì mattina . Entra nel suo bell'ufficio, si siede alla scrivania ed accende il computer; scorre velocemente le mail ricevute e poi accede al file del progetto sul quale sta lavorando da un pò di tempo, Questa notte ha avuto una sorta di illuminazione, sa che è necessario ancora del lavoro per raggiungere l'obiettivo ma ora un fremito di eccitazione lo pervade, è davvero una grande idea questa, pensa tra sè e sè. Chissà quanti soldi porterà all'azienda, si chiede quest'uomo.
Guarda fuori dalla finestra, un sorriso soddisfatto dipinto sul viso. Pausa caffè con i colleghi, due chiacchiere del più e del meno, i figli, il week end , la partita, il ristorante appena aperto in centro. Poi riunione con l'ufficio marketing per il progetto di lancio di nuovi prodotti sul mercato, tutto molto noioso per quest'uomo, lui ha ben altro da fare. Finita la riunione l'uomo si reca in R & D per un meeting riguardante lo sviluppo della sua nuova idea; il concept piace, si ragiona con le alte sfere sullo sviluppo e sui tempi, pacche soddisfatte sulle spalle, i colleghi si congratulano. La giornata vola, l'uomo sale sulla fiammante Audi messagli a disposizione dall'azienda e si dirige verso casa dove ad attenderlo trova la moglie e due bimbi. Gioca con i bambini fino all'ora di cena.
Ecco la normale giornata di un uomo.
CHE PROGETTA MINE. Mine antiuomo ed anticarro. O bombe. O gas letali. O mitragliatrici. Armi che favoreggeranno altre guerre, come se non ce ne fossero abbastanza di guerre. Armi che uccideranno altri uomini. O che li lasceranno senza una gamba od un braccio o ciechi. O che li lasceranno senza figli perchè i bimbi giocando salteranno su una mina antiuomo e di loro resterà ben poco. Bimbi come i suoi, giocando. O che li lasceranno senza bufali perchè hanno avuto la sventura di camminare su un campo minato. I bufali ad oggi ancora non sono in grado di riconoscere i cartelli "attenzione mine".
Se pensate che perdere un bufalo non sia un gran problema chiedetelo ad un contadino cambogiano. Certo, meglio il bufalo che lui quindi a volte lo si manda allo sbaraglio dato che il contadino non ha tempo di aspettare che il suo campo di riso od altra coltivazione venga bonificato, ha un brutto vizio, deve mangiare lui. Quindi si va per tentativi, prima si manda il bufalo. Poi si passa sul campo con bufalo ed aratro. Tutto va bene quindi il contadino prende fiducia e compra un bufalo meccanico (una sorta di motoretta allungata) e ci attacca il suo carro. E tutto va bene! Questo fortunato cambogiano passa allegramente sul suo campo col suo bufalo meccanico ed il carro pieno di gente per raggiungere gli altri campi. Purtroppo salta per aria con il suo carico umano. Nel campo c'era una mina anticarro che si attiva solo sotto la spinta di un dato peso. C'erano circa 40 persone su quel carro. Mi piacerebbe poter dire che era solo un esempio a caso ma purtroppo è un fatto accaduto poco tempo fa.
Certo forse dovremmo ringraziarlo il nostro uomo, in fondo fa girare l'economia.
ci sono ospedali che accolgono feriti, dottori ed infermieri che possono fare il loro bravo lavoro, inservienti che possono pulire , ci sono ordinanze funebri che seppelliscono i morti, monaci che pregano per loro, ci sono aziende che producono protesi per gli arti che non esistono più. Ci sono persone che sminano i campi minati. Solo per fare qualche esempio, portate pazienza, non sono un'economista e sicuramente ne avrò dimenticati molti.
Ora vorrei tornare al nostro prode eroe sulla sua fiammante Audi. Io ti domando a questo punto, i soldi sono davvero così importanti? tanto importanti da farti dimenticare che potrebbe essere la tua piccola creatura che dorme tranquilla e protetta in casa tua a saltare in aria su una mina? Contano tanto da farti sempre girare la testa dall'altra parte quando in tv c'è un servizio su questa o quella guerra? Oppure debbo pensare che tu creda che ci siano vite più importanti e vite meno importanti e che quella di un bimbo in una zona di guerra vale meno, non solo per chi è lì ma anche per te? I soldi sono così importanti da non farti considerare che milioni di persone nel mondo moriranno perchè tu possa avere questa stupida Audi o questa casa e questa moglie indifferente che mette a letto i vostri bambini e racconta loro le favole sapendo quello che fai tu? I figli non apprendono le quattro fregnacce che ci piacerebbe rifilargli ma vedono, guardano, ci studiano per come siamo, per come viviamo ....e quindi impareranno ad amare o ad odiare quello che fai. E qual'è il risultato che preferiresti, me lo sai dire? Che lo amino o lo odino quello che fai e che sei? Perchè sai io al posto tuo non saprei cosa scegliere.
Oppure.....oppure mio prode tu fai questo mestiere per un'altra ragione. Perchè tu un cuore non ce l'hai. Perchè porta pazienza, io sono solo una piccola provinciale che vive di sogni ed il sogno più grande è che LA VITA E' AMORE e non odio ma IO NON CI RIESCO PROPRIO A TROVARE UN SENSO A TUTTO QUESTO. Certo la colpa non è tutta tua, te ne dò atto, c'è chi questi bei soldoni te li versa sul conto in banca tutti i mesi e soprattutto che con i soldi che tu gli fai guadagnare si compra ben altro che un casa ma ci governa paesi, ci compra esseri umani, e chi più ne ha più ne metta. E' una giustificazione questa per te? Ti è sufficiente dare la colpa a chi sta più in "alto" di te per lavarti la coscienza?
E non sarebbe curioso, strano, quasi...bello direi....se il tuo ingegno, il tuo acume e le tue capacità le utilizzassi per progettare altro? I medicinali salva vita non sono il tuo campo, non ti senti preparato? Lo capisco, non sarebbero nemmeno il mio. Che ne so, inventa un frullatore, ecco. Non ti piace il frullatore? Un fornetto per la pizza. Non c'è nulla da vergognarsi sai a progettare un fornetto per la pizza, magari c'è anche gente che apprezzerà molto il prodotto e ti ricorderà con gratitudine durante una bella cena conviviale, sarebbe sempre un grande passo avanti rispetto alla tua situazione attuale.
Certo non era a te che Levi si riferiva in "Se questo è un uomo". Vedi, le stesse cinque parole possono assumere un significato ben diverso.


"Ancor più che fuori, le cause della guerra sono dentro di noi. Sono in passioni come il desiderio, la paura, l'insicurezza, l'ingordigia, l'orgoglio, la vanità. Lentamente bisogna liberarcene. Dobbiamo cambiare atteggiamento. Cominciamo a prendere le decisioni che ci riguardano e che riguardano gli altri sulla base di più moralità e meno interesse. Facciamo più quello che è giusto, invece di quel che ci conviene. Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi.
Riprendiamo certe tradizioni di correttezza, reimpossessiamoci della lingua, in cui la parola " Dio " è oggi diventata una sorta di oscenità, e torniamo a dire " fare l'amore " e non " fare sesso". Alla lunga, anche questo fa una grossa differenza.
È il momento di uscire allo scoperto, è il momento d'impegnarsi per i valori in cui si crede. Una civiltà si rafforza con la sua determinazione morale molto più che con nuove armi."

Tratto da "lettere contro la guerra" di Tiziano Terzani

martedì 23 agosto 2011

FINALMENTE MARE!!!





Qualche giorno di relax a Sihanoukville...niente male la guesthouse che ho trovato, poca spesa moltissima resa, si chiama "Above us only sky".
Vista dal balcone del mio bungalow e mia spiaggetta privata nel senso che non ci veniva nessuno!
Poi una foto di un vicoletto, niente di che ma è per farvi vedere quanto è bello il colore della terra qui!

HALO TRUST





Halo Tust è una ong britannica charity e non profit, non politica e non religiosa. Questa premessa è doverosa.
Fino a pochi mesi fa non conoscevo nemmeno il nome di questa organizzazione anche se avevo sentito parlare di quello che queste persone fanno.
HALO TRUST è specializzata nella rimozione di rottami di guerra pericolosi. Tradotto in parole più chiare e comprensibili, sminano aree minate.

Dati tecnici:
- circa 8.000 persone, in 10 paesi, lavorano per HALO TRUST
- è la più vecchia e più grande organizzazione umanitaria che si occupa di sminamento, opera da 22 anni.
- le areee di intervento sno le seguenti: Afghanistan, Cambodia, Sri Lanka, Mozambique, Angola, Somaliland, Georgia, Nagorno Karabakh, Kosovo (come vedete non c'è bisogno di andare a guardare dall'altra parte del mondo...), Colombia.
- Fino al Gennaio 2011 sono stati raggiunti i seguenti obbiettivi:
°più di 1,3 milioni di mine anti-uomo distrutte
°più di 12 milioni di articoli di artiglieria di calibro pesante distrutti
°più di 50 mioni di 50 milioni di proiettili distrutti
°più di 7400 campi sminati
°circa 28.000 ettari di terreno resi sicuri dalle mine antiuomo
°12.000 km di strade rese sicure dalle mine
I dati tecnici sono molto più numerosi, potete trovarli sul sito internet.

Di tutto un pò:
Aggiungo, tradotta in italiano (la versione originale suona molto meglio), una frase sempre tratta dal sito:
"Queste statistiche, che possono sembrare insapori e distaccate, sono in realtà una testimonianza, un testamento alla dedizione del nostro staff che si occupa di uno dei lavori più intrinsecamente pericolosi sulla terra e la generosità dei nostri donatori i quali capiscono che il nostro lavoro salva vite umane e consente il possibile ritorno ai normali mezzi di sussistenza rurali in alcuni dei paesi più poveri al mondo."
Il lavoro da fare volge ormai al termine in alcuni paesi come per esempio il Mozambico. A volte ci sono anche belle notizie amici quindi!
Certo per terminare di sminare Afghanistan e Cambogia ci vorranno altri 15 o 20 anni.
Anche qui, come per Emergency, poche chiacchiere fuffone ed un solo motto:
“getting mines out of the ground, now”.
Il lavoro che queste persone svolgono non è limitato al day by day sulle aree da sminare (che basterebbe ed avanzerebbe...), il protocollo di intervento è ampissimo e si vede che questa gente non è proprio nata ieri:
- prima di tutto INDAGINE SUL CAMPO. Non è che l'organizzazione venga rifornita da chi ha minato il paese di mappe dettagliate e segni di riconoscimento, non funziona così, pare che tocchi andarsele a cercare. HALO TRUST quindi, invece di partire con il concetto abbastanza insito negli occidentali "so tutto io e quindi non chiedo niente a nessuno", fa una cosa molto semplice: chiede alla gente del posto. Chiede dove ci sono stati incidenti, esplosioni, dove sono morti animali o persone e dove la gente del posto crede che ci siano mine. Pare incredibile, lo so. Ma questa gente ne sa di più. Anche se credo preferirebbe decisamente saperne di meno.
Da non dimenticare, Halo tiene anche corsi nelle comunità rurali per segnalare la pericolosità di armi, mine etc etc.
- PRIORITA'. Cioè non si va a casaccio od a simpatia, viene data priorità allo sminamento di aree che le comunità locali maggiormente necessitano per il loro sostentamento, come terreni agricoli per esempio. Queste zone vengono individuate di concerto con le autorità locali. Che, come sopra, magari ne sanno di più.
- SMINAMENTO. E si smina tutto a mano ragazzi, poche storie. Un caschetto ed una visiera che protegge il volto, una tuta speciale ed una specie di giubbotto antiproiettile che protegge le zone vitali del corpo, questo è tutto quel che si ha a disposizione per salvarsi la vita(potete immaginare tra l'altro la temperatura che il corpo può raggiungere dovendo lavorare in pieno sole così apparecchiati in zone del mondo nelle quali si suda come caproni stando fermi all'ombra sotto le pale di un ventilatore bevendo una Pepsi).
- FORMAZIONE. Halo aiuta le comunità locali ad uscire dalla povertà anche reclutando e formando ed assumento dalle zone rurali centinaia di persone.
NOTA BENE: non è un sistema tipo: "armiamoci e partite". TUTTI quelli che lavorano per Halo Trust, qualsiasi sia il loro compito, che ci si occupi di logistica piuttosto che di finance piuttosto che di operation, sono stati formati sul campo, devono saper fare questo mestiere e devono partercipare a corsi e periodi di lavoro sui campi.
SICUREZZA E CONTROLLO QUALITA'. Non è che questa gente appartenga alla categoria degli aspranti suicidi o martiri di guerra, anche loro ci tengono alla loro brava vita. Vanno quindi rispettati standard di sicurezza e ci sono persone che si occupano di monitorizzare ed ispezionare il lavoro di altri.
COMPLETAMENTO E CONSEGNA. E qui finalmente viene il bello....La consegna marca la fine del processo di trasformazione che vede campi una volta minati convertiti in terra che può di nuovo dare i suoi frutti e quindi tutti i benefici del caso alla popolazione. Come per esempio cibo, che non è una roba da minimizzare in molte aree del mondo.
Il perimetro sminato viene delimitato da dei paletti di modo che si sappia che l'area è sicura. E finalmente viene organizzata una bella riunione sul campo con i rappresentanti locali, il governo locale, Halo, la semplice gente che vive lì. E tutti insieme si cammina sul campo.
Ve la immaginate la trasformazione da timore e paura a gioia e speranza????? Io si. Anche se penso che un pò di timore rimarrà sempre.

Il mondo delle armi qualcosa di assolutamente sconosciuto per me fino ad ora, le ho sempre odiate ed ho sempre avuto un senso di repulsione. Si vede che in un'altra vita sono stata una vittima, od ancor peggio una carnefice. Ora purtroppo invece avrei tante cose da scrivere sull'argomento ma qui stiamo parlando di persone che le armi le vogliono demolire e non perchè ne abbiano un guadagno, semplicemente perchè qualcun altro non ne abbia da perdere, nello specifico la vita.
Con pazienza, infinita pazienza. Si dice infatti che questo sia un lavoro molto adatto alle donne, che qui in Cambogia sono numerose nell'equipe di Halo.
Con altrettanta infinita attenzione, avanzando pochi centimetri per volta, marcando il territorio, fermandosi, ripartendo, avendo dubbi, chiedendo supporto, sfidando la stanchezza, il caldo, la paura. Perchè il coraggio è questo secondo me, vedere la paura ed andare oltre. Se la paura non la vedi mai sei solo incosciente.
Che si può dire di queste persone? ad ognuno la sua risposta.Io la mia ce l'ho già.
Ma ci tengo a parvi partecipi di una risposta che ho visto con i miei occhi qui.
Ve la ricordate Mei? La nostra simpatica guida che ci ha accompagnati per una mezz'oretta in giro per uno dei siti di Angkor, quella che si arrampicava sulle pietre sguillanti come se fosse una capretta mentre io arrancavo come un treno deragliato. Quando Ed le ha detto che lavora per Halo Trust si è fermata sulla pietra, gli ha fatto un sorriso enorme ed ha annuito. Poi si è tirata su i pantaloni e ci ha fatto vedere la sua protesi(della quale nessuno di noi si era accorto quindi siamo rimasti sbigottiti). Mei ha perso una gamba su una mina a circa 5 km dall'area dove ci trovavamo. Suo fratello nella stessa esplosione ha perso la vita. Era il 1999 e Halo non era ancora arrivata in quella zona. Adesso si, quell'area è completamente sminata. Così i figli di Mei (in realtà non so se ne abbia ma così mi piace pensare, perchè la vita va avanti) potranno correre sugli stessi campi senza paura.
Le foto sono tratte dal sito di Halo Trust (scattate in Cambogia), tranne una che ho scattato io, quella faccia sorridente in primo piano è Mei.

Siti di interesse:
http://www.halotrust.org

domenica 21 agosto 2011

Ospedale "Ilaria Alpi" EMERGENCY - Battambang





L'odioso tuctucaro mi lascia davanti all'ingresso dell'ospedale e prendiamo accordi per l'orario del pick up; davanti all'ospedale ci sono diverse persone in attesa di non so cosa dato che non sono in fila ed i cancelli da questo lato d'ingresso dell'ospedale sono chiusi; la guardia all'ingresso, gentile e ferma allo stesso tempo, mi chiede con chi ho appuntamento. Lascio le mie generalità, guadagno un cartellino "visitor" e vengo accolta da una stretta di mano decisa e dal sorriso aperto della mia "guida" qui dentro all'ospedale, cosa chiedere di più?

Partiamo con i dati tecnici :
- l'ospedale è stato costruito nel 1998
- perchè qui? la provincia di Battambang,Samlot e tutto il confine con la Thailandia sono le aree più minate del paese
- a Samlot Emergency ha attivato due cliniche mobili e cinque posti di primo soccorso per le vittime delle mine antiuomo e per la cura di malattie come malaria, tubercolosi, tifo.
- perchè un ospedale? I khmer rossi hanno sterminato tutti i medici ed infermeri (o quasi tutti) dato che erano troppo lontani dall'ideale rurale immaginato da Pol Pot.
- cosa si fa qui? questo è un tentro chirurgico e traumatologico che offre assitenza chirugica a chi lo necessita. Dal 2002 le attività del centro sono state ampliate alla chirurgia plastica e ricostruttiva, soprattutto in virtù del fatto che alcune delle armi dell'aviazione statunitense sembrano essere responsabili di malformazioni genetiche sulle quali si può almeno parzialmente intervenire chirurgicamente.
- quante persone sono state curate? Dal 1998 Emergency ha curato in Cambogia 383.762 persone (dati al 30 giugno 2011) nel suo Centro chirurgico e nei Posti di primo soccorso. Girando per Battambang capita spessissimo di parlare con qualcuno che è stato curato qui ed è estremamente grato all'ospedale ed ai medici ed infermieri; la prima reazione della gente del luogo quando sente il nome di Emergency è un sorriso, di quelli veri.
-il centro è a pagamento? NO , le prestazioni sono totalmente gratuite; in questo paese meno del 25% delle persone ha accesso alla sanità pubblica,non esiste un servizio sanitario gratuito, capiamo bene quindi che fine farebbero le persone bisognose se non ci fossero strutture come questa.
- Lo staff? è internazionale ed è costantemente impegnato a formare professionalmente lo staff locale
- a chi è intitolato il centro? ad Ilaria Alpi, giornalista italiana uccisa in Somalia insieme a Miran Hrovatin nel 1994.
- quanti posti letto ha l'ospedale? 107
- di cosa si compone la struttura? pronto soccorso, ambulatorio, 3 sale operatorie, sterilizzazione, terapia intensiva, 3 corsie, fisioterapia, laboratorio, banca del sangue, radiologia, farmacia, uffici, magazzino e locale di servizio, scuola, area giochi in giardino.
Dato che non volevo essere imprecisa i dati sopra elencati sono stati tratti dal sito di Emergency. Mi scuso sin da ora se per caso ci fossero informazioni sia sui dati tecnici che su quello che viene dopo non corrette, ce l'ho messa tutta perchè lo fossero.

Adesso i dati non tecnici ma emozionali:
il primo impatto con la struttura è più che positivo! Il merito va prima di tutto a chi mi accoglie nonostante immagino abbia ben altro da fare che perdere quasi un'ora a portare in giro una gigiulona che pone una serie di domande senza dubbio banali e cretine per chi vive tutti i giorni la realtà di questo posto. Quindi grazie, davvero grazie! Per la pazienza, il tempo, le risate anche se, soprattutto quel giorno, c'era ben poco da ridere data la notizia arrivata dal Darfur, la disponibilità e pure per il caffè! :)
Spero un giorno di poter ricambiare!
Il giardino è curatissimo è dona all'ospedale quel senso di serenità ed armonia che spesso manca, lo rende meno asettico e più vivo, a misura d'uomo. Pare che siano passate le pecorelle neozelandesi, se qualcuno si ricorda quella puntata del blog....ecco direi che questa struttura tutto sembra fuorchè un ospedale.
Il personale è una sorta di melting pot, c'è gente itliana ma anche proveniente da tutto il mondo. Sono tutti gentilissimi ed anche se hanno il loro bel da fare almeno due minuti si fermano a parlare con me. La lingua comune, per fortuna, è l'inglese dato che anche dopo due settimane passate ad ascoltare questa strana lingua ho imparato ....niente! Manco buongiorno! ah quello forse si. Ma non ne sono sicura, tutti ridono quando lo dico io.
Tutti hanno un perchè, nel senso che ognuno pare sapere perfettamente quello che sta facendo e lo fa celermente, non si vede insomma gente con un carrello od una barella che vaga senza meta e senza scopo per i reparti.
Le camerate, così come le aree comuni, sono pulite. No, immacolate. Ora io non sono una cacciatrice di germi e virus però così mi sembrato, tutto sembrava lindo e disinfettato.
Il pronto soccorso è esattamente questo, pronto. Ricordo ancora una mia attesa di molte ore all'ospedale di Forlì per una cosa non di banale importanza, non la solita radiografia a qualche osso rotto per la quale vanto esperienze decennali, non ultima quella al simpatico ospedale di Savignano sul Rubicone in compagnia di mezza squadra di basket. La paziente per una volta non ero io, io ero l'autista della trasferta! Mi sono pure divertita un sacco; Francesco forse un pò meno...
Ma torniamo a noi. Ah dimenticavo! Importantissimo....l'archivio! scusate non ho resistito, ho dovuto fotografarlo....era perfetto!!! un ordine che rasentava la maniacalità!!!!
C'era pure un bel figo che non guasta mai, un dottore sorridente e cordiale del quale non faccio nomi nè nazionalità ma che ha dato brio alla giornata dato che i cambogiani
uomini non sono propriamente belli, non è esattamente come essere in Israele insomma.
Insomma il mio percepito è stato un senso di comunità ed aiuto reciproco e soprattutto concreto, niente parole e concetti fuffoni e fumosi ma molta sostanza.
In un paese popolato di ngo, alcune delle quali non si capisce nemmeno cosa facciano ed a che cosa servano quel che ho colto io è un punto fermo per queste persone che davvero hanno un grande bisogno di aiuto, una boa a cui aggrapparsi ed un'organizzazione della quale c'è la massima fiducia. Se fidarsi vi sembra poco in questo paese......
A proposito di ngo qualcuno mi ha raccontato che a Battambang ne esiste una che impiega personale che si occupa solo ed esclusivamente di....corsi di calcio. Ora io capisco che fare questo discorso a degli italiani per i quali il calcio è molto più di una religione , di un credo, è una ragione di vita... però siamo sinceri ragazzi, siamo proprio sicuri che in un paese pieno di slum , dove la gente patisce la fame e si muore per le più banali malattie non si potesse fare una cosa un filino più utile??????
Quindi grazie, grazie ancora a voi che mi avete accolto e grazie per quello che fate tutti i giorni. E grazie a tutti quelli che hanno donato denaro perchè tutto questo potesse essere realizzato e perchè per molte persone ci potesse essere una speranza, di tornare a camminare, di parlare, di vedere e molto più semplicemente di vivere.
Qui in Cambogia come in Sudan, in Afghanistan ed in tutti gli altri paesi nei quali Emergency aiuta la popolazione.
Le foto in allegato sono state scattate da me tranne l'unica decente, quella con gli operatori al lavoro, quella l'ho presa dal sito di Emergency.
Ultima cosa, non certo per importanza: Francesco Azzarà, tieni duro, tutti aspettano il tuo ritorno!

Siti di interesse:

http://www.emergency.it/index.html
http://www.ilariaalpi.it/


mercoledì 17 agosto 2011

VITA DA FIUME





BATTAMBANG





Ho passato dei giorni belli con Ed, pensieri, parole, idee, discussioni, visioni, punti di vista. E risate ovviamente! Mi sento arricchita e fortunata. La cosa che più ammiro in Ed è la sua capacità di mettersi REALMENTE nei panni di chi gli sta di fronte e cercare DAVVERO di capire quel che passa. Non semplicemente portare il suo punto di vista british e con quello insegnare al mondo come si vive. E vedere che è serio quando dice che il suo è solo un lavoro e che fa quel che fa solo perchè vorrebbe in qualche modo provare a dar voce a chi la voce non ce l'ha o non sa come usarla.
You're really a good and brave guy Ed!
E' ora di separarsi, Ed parte per la nuova estinazione che la NGO per la quale lavora ha in serbo per lui. I saluti non sono mai semplici ma facciamo del nostro meglio.
Io mi concedo un pranzo indiano buono e come sempre nei ristoranti indiani di tutto il mondo molto cheap. Tranne che in Italia naturalmente, dove per mettere insieme del riso con del curry e fare un masala chai spendi come se avessero fuso insieme oro e platino. VERGOGNA!
Poi dedico il resto della giornata a fare quello che non si può fare con un uomo: girare per mercatini. Non ho comprato nulla dato che nulla o quasi mi piaceva ma non è questo il punto, il bello sta nel curiosare e girellare.
Il giorno dopo, di buon mattino, parto alla volta di Battambang, destinazione che raggiungerò in barca dato che tutti mi hanno consigliato la navigazione sul fiume Sangke. Proviamo. Allora due cose da dire: la prima è che spesso il biglietto della barca o del bus include anche il fatto che qualcuno vi recuperi con qualche mezzo di fortuna e vi porti alla fermata del bus/porto. La seconda è che quando arrivate al porto vi rapiscono il bagaglio. Il tassista-omino, colluso con dei ceffi, apre il bagagliaio mentre tu stai ancora scendendo e non fai in tempo a prendere il bagaglio che viene agguantato dai sudetti ceffi e portato per ben 15 metri (in discesa) alla barca. Erano 20 passi miei quindi non potevano essere più di 15 metri. Ora per questa grande fatica di Ercole per altro non richiesta e da me contestata energicamente e che mi ha fatta ink...re non poco i ceffi vogliono 1 o 2 dollari. Tempo impiegato, giuro, 20 secondi. Chiaro che scatta la lite, no? Ora chi mi conosce sa che ho tanti difetti ma la taccagneria non rietra tra questi, anzi. Però qui si chidono soldi e mance x qualsiasi cosa e alla fine di una vacanza non sono pochi i soldi spesi così.
Ma torniamo alla storia principale, trovo quindi un ometto che si presenta puntuale alle ore 06,30 davanti alla guesthouse. Gli orari sono chiarissimi: partenza della barca alle ore 07 ed arrivo a destinazione alle ore 12,30. Alle ore 07 ancora vagavamo con il pilota-omino (che si è poi rivelato essere anche l'armatore quindi senza di noi la barca non partiva, almeno questa consolazione) per delle stradine di Siem Reap alla disperata ricerca della guesthouse dove recuperare altre due turiste col suo telefono che squillava in continuazione. Partenza alla fine alle ore 07,45, arrivo a Battamang alle ore 14,45.
Il tragitto in barca è davvero bellissimo e pittoresco, si vede una parte della vera vita della Cambogia. Dura e difficile dal mio punto di vista. Un milione di bimbi che ci salutano al passaggio della barca, che tenerezza. Quante domande...staranno meglio qui o la nostra idea di vita ordinata-pulita-asettica è migliore? andranno a scuola? avranno la possibilità di fare quello che vorranno da grandi? avranno la possibilità o la capacità di chiedersi quel che vorranno fare da grandi? Tante domande, nessuna risposta. L'idea di vivere così sul fiume mi porta ad una sensazione di solitudine ed allo stesso tempo di mancanza d'aria, come se lo spazio non fosse abbastanza. Capisco che è un ossimoro, ma mi sono sempre piaciute le contraddizioni in termini.
A prima vista Battambang non mi sembra gran che. Anche a seconda vista. Diamole ancora un pò di tempo....è chiaro che venendo da Siem Reap poi tutto sembra un pò meno bello.
La città si sviluppa su tra strade parallele al fiume ed alle trasversali, il centro è il mercato della città. E' bello notare come qui nei mercati tutto è mischiato, il venditore di banane e mango accanto all'orafo ed ancora accanto a quello che vende i noodles, poi c'è quello che vende i pigiami-abito e poi....questa è una roba buffa, poi magari c'è anche in Italia ma io non l'ho mi vista. Un sacco di banchetti vendono mutande, fin qui niente di strano. Mutande da donna, tutto nella norma. Però le mutande sono imbottite dietro, sui glutei! sono davero buffissime....
Pranzo allo Smokin' Pot, cucina khmer, il più buon veg amok mangiato da quando sono in Cambogia!
Quel che resta del pomeriggio lo passo da Seeing Hands, un'organizzazione no profit che forma non vedenti all'arte del massaggio giapponese. Ora io non sono un'esperta di massaggi giapponesi, questa è la premessa, ma il mio percepito è che non sono rilassanti. Ritenterò il giorno successivo col medesimo percepito, sicuramente sono validissimi ma purtroppo la mia idea di massaggio equivale a relax.
La mattina sucessiva, di buon'ora, mi trovo con un tuctucaro (che trovo antipaticissimo dal primo istante, un colpo di fulmine al contrario) ingaggiato per portarmi fondamentalmente in due destinazioni. La prima è la famosa partenza dei BAMBOO TRAINS. Trains mi sembra un parolone a dire il vero. Praticamente è una specie di piccola piattaforma di bamboo che poggia su 4 ruote e viene azionata da un motorino (vedasi foto allegate) e che , questo si, viaggia sui binari del treno. Questo ambaradan è ovviamente illegale ed il governo sta cercando di far capire a questa gente che appena il treno vero arriverà qui dovranno far basta. MA quello che il governo pare non capire è che QUESTO MODO DI ESTORCERE UNA QUANTITA' INUSITATA DI SOLDI difficilmente troverà riscontro in altra attività. Allora il giretto mi costa la bellezza di 10 dollari, per l'uso esclusivo dell'aggeggio, uso che io non avevo certamente chiesto in esclusiva, anzi avrei preferito condividere. Questi cosi vengono fondamentalmente usati dai locali per spostarsi nelle zone limitrofe e quindi molti ne posseggono uno. La parte molto divertente (la prima volta, alla quinta cominci a stancarti...) è che prima o poi incontri un altro ageggio similare che viene dalla direzione opposta SEMPRE SULLO STESSO BINARIO. Quindi uno dei due deve togliere la piattaforma e le ruote dal binario per far passare l'altro, poi si rimonta il tutto e via come il vento! l'operazione richiede 3 minuti circa, è molto veloce, è solo che la prima volta che capita, quando vedi il bamboo train provenire dall'altra direzione, ti immagini una scena apocalittica, gente che vola nei campi di riso circostanti, feriti; poi chiaramente ridi di te stessa. Esiste anche una sorta di codice di comportamento mi pare d'aver capito, in una certa direzione si ha sempre la precedenza insomma.
La seconda destinazione dove mi accompagna il saccente tuctucaro (che nel frattempo mi spiega tutti i segreti e le soluzioni dei problemi del mondo, mi svela le sue antipatie per gay, lesbiche, ebrei e un infinito numero di categorie di persone. Praticamente tutto il mondo tranne lui ha qualcosa che non va) è Phnom Sampeau, una collina a cira 20 km di distanza da Battambang tristemente famosa perchè qui i khmer rouge hanno ucciso circa 10.000 persone a bastonate e poi gettandole nelle cave che si trovano qui. Le cave ora sono piene di teschi ed ossa ed i racconti delle persone che stazionano qui sono tutto fuorchè piacevoli e divertenti.
C'è di bello in cima alla collina un panorama mozzafiato, campi di riso a perdita d'occhio ed una tonalità di verde che non è riproducibile! Per fortuna sono venuta in questo periodo, nella stagione secca (si fa per dire...) i colori non sarebbero stati altrettanto belli.
Il tuctucaro truffaldino cerca di spillarmi altri soldi mentre mi accompagna alla destinazione più importante per me qui: l'ospedale di EMERGENCY. Per fortuna esistono anche persone davvero simpatiche, dopo la visita all'ospedale mi inchiacchiero con un simpaticissimo e davvero piacevole signore indigeno che lavora in un negozio di una NGO. Mi spiace non aver capito minimamente il suo nome. E' stata un'ora piacevolissima che ha fatto largamente media con il tempo passato col tuctucaro.

monaci buddhisti (ed i loro abiti....)





altre foto





Ankgor Wat e compagnia bella




Il mio perfetto tour guide, Ed, mi viene a recuperare alla guesthouse alle ore 08,00 con un tuc tuc (ed annesso tuctucaro, ergo l'autista del tuc tuc)a nostra disposizione per tutta la giornata. Il sorridente (almeno la mattina alle 08,00) tuctucaro non sa che la giornata per lui sarà molto lunga e soprattutto che Ed non è un neofita come me ergo non lo si può rigirare con un calzino dicendogli dopo 4-5 ore che ormai le aree più belle erano state visitate e tornare a casa trionfante avendo buggerato due innocenti turisti. Non è che siano tutti così, ma questo, è evidente, lo era. Quindi Ed mette subito in chiaro che dovrà guadagnarsi la pagnotta e di volta in volta gli indica verso quale tempio dirigere il tuc tuc. In lingua khmer, cosa che lascia ancora più interdetto il tuctucaro che inizia a capire che forse non andrà tutto esattamente come lui aveva immaginato ed i suoi 15 dollari tocca che se li sudi.
Allora l'ingresso al complesso non costa poco, ma molto. 20 dollari per un giorno, 40 dollari per tre, ci sono biglietti anche per una settimana ma abbiamo optato per il giornaliero escludendo a priori la possibilità di acquistare il settimanale dato che non siamo archeologi ed anche il "tre giorni" dato che Ed mi avvisa che per il giorno dopo c'è altro sul programma.
E' una sensazione a dir poco nuova quella di farmi guidare da qualcun altro ed affidarmi alle sue decisioni, di solito sono io quella che guida ed ha la Lonely Planet in mano. Non male direi....:)
Vi avviso che all'ingresso vi scattano pure una foto che viene schiaffata digitalmente sul biglietto quindi non pensate di fare i soliti furboni italiani e vendere poi a prezzo scontato il biglietto a qualcun altro perchè la truffa non riesce, tra l'altro ad ogni ingresso controllano la foto.
Cominciamo col sito principale, il più famoso. Davvero bello. Finchè l'inflessibile Ed non dà dritte al tuctucaro e ci rechiamo a Ta Prohm. Ecco adesso il tempio principale sembra molto meno bello. Alla fine della visita a Siem Reap riguardando indietro e ricordando tutto quel che ho visto questo rimane uno dei due più incredibili siti archeologici che io abbia visto. E non solo qui, in tutta la mia vita.Insieme a Petra, si capisce.
In questo sito sono state girate molte delle sequenze di Tomb Rider. Mi sento molto Angelina Jolie; certo, una oversized Angelina, non faccio altro che mangiare qui ed Ed non aiuta, mangia come un bufalo ed è ovviamente magrissimo.
La ragione per cui questo sito lascia senza fiato non va trovata solo nella capacità Khmer di costruire qualcosa che avrebbe dell'incredibile anche al giorno d'oggi (ma con gli strumenti in uso più di 800 anni fa....) ma piuttosto per me nell'unione tra quel che l'uomo ha creato e che la natura nei secoli ha aggiunto, una mescola unica ed irripetibile che non potrebbe essere progettata da una mente umana ma che madre natura si è divertita a dipingere. Purtroppo le foto non rendono minimamente l'idea di quello che si può vedere arrivati lì. Un insieme caotico ed allo stesso tempo perfetto di costruzioni bellissime ed alberi che le hanno strette ed avvinghiate, di templi all'interno deli quali ora si ergono alte piante (che naturalmente io non distinguo essendo notoriamente un pollice nero ma mia madre immagino conoscerebbe bene), un arbusto che cresce su un tetto e così via! Il colore prevalente qui è il verde muschio e va da sè che l'umidità la fa da padrone. Proseguiamo per la nostra visita con molte altre aree di periodi diversi e si nota non tanto la differenza di stile (per me è già difficile distinguere il gotico dal barocco. Non si cava sangue dalle rape) quanto dei colori delle pietre, alcune più rosse come rosso è il colore della terra qui.
Tutto bellissimo! Arriviamo al Bayon , tempio che si trova proprio al centro di quella che era la città, qui si trovano ben 216 giganteschi volti che si possono ammirare guardando il tempio dall'esterno, tutti con un sinistro sorrisetto dipinto sulle labbra. Ultima nota, questa volta di colore: un famoso tempio che si chiama mi pare Baphuon stava crollando quindi un'equipe francese negli anni sessanta, per preservarne la bellezza e dare al mondo la possibilità i ammirarlo in tutta la sua interezza, lo smontò pezzo per pezzo ovviamente documentando ogni singolo pezzo di modo da poterlo poi ricostruire. Ma quando i khmer rouge presero il potere tutti i documenti riguardati le posizioni di ogni singola pietra andarono perduti.
Finita la guerra degli eroi decisero di tentare comunque di ricostruirlo. Praticamente è come costruire un puzzle senza la figura ... alla fine un qualche risultato lo hanno ottenuto e ad occhio nudo appare proprio un edificio. Peccato che siano avanzate tonnellate di pietre che non si sa dove andassero. Ma apprezziamo lo sforzo, GIUSTO?
Salutiamo l'antipaticissimo tuctucaro , doccia trucchi e parrucchi e Siem Reap nightlife, ci raggiunge anche un amico di Ed, Michael, davvero simpatico, il suo inglese era tutto un programma , divertentissimo!
Per il giorno successivo ci aspettano tanti km, quindi me ne vado a letto presto.
La mattina trovo Ed ad attendermi (sempre in anticipo) davanti alla guesthouse con quello che mi pare di capire essere uno dei suoi sogni di bambino: una jeep. Si quelle robe tipo militare che sono scomodissime e non hanno sportelli. Saluto l'autista che starà con noi tutto il giorno e salgo sul trampolo. Ed tutto eccitato mi chiede cosa ne penso e mi vien da dire realmente quel che penso:"it looks like an oversized tuc tuc". Ecco, come rompere un'amicizia in una lezione. Ed non mi parla per almeno dieci minuti ed è un gran record. Poi mi liquida con frasi tipo "una donna non può capire. Sono cose da uomini queste". Ah senza dubbio io non capisco....pensa di farmi un favore lasciandomi seduta davanti col driver ma dopo un pò ci scambiamo di posto, io passo dietro (a bocce ferme, non è che siamo in un film di guerra, la macchina non si muoveva)e mi polleggio comodamente e lui davanti fa 1500 domande delle quali io nemmeno comprendo il senso al povero driver, a cosa serve questa o quella spia, il carburante etc etc. Ora dico io, cosa c'è da chiedere su una macchina che è un rudere e che ha 2 spie in croce e nulla più? ma,come giustamente dice Ed, io non posso capire...:)
Ci lasciamo indietro il piccolo incidente diplomatico ed arriviamo a Beng Mealea, un altro sito stile-Angkor. Qui troviamo Mei, simpatica e gentilissima guida che si arriampica sui pietroni malmessi di questo sito come fosse un capretto mentre io arranco dietro. Ecco qui vorrei aprire un capitolo intitolato "LE COSE CHE NON MI RIESCONO". Ora il numero naturalmente tende ad infinito ma devo aggiungere proprio verso la cima della lista l'arrampicarsi. Non vorrei saltare di palo in frasca e confondervi le idee ma sia in questo sito che oggi su degli scogli (la puntata della località ricca di scogli verrà più avanti) mi sono sentita una perfetta deficiente. Capacità pari a zero, fatica pari a mille, grazia nel movimento pari a meno mille e pure paura. Esiste una triste equazione per questo?
Ma torniamo alla capretta, ovvero la nostra simpatica signora che ci accompagnava. Vorrei che ricordaste questo nome, tornerà ad apparire tra qualche puntata. MEI.
Scatto una serie di foto ad Ed mentre guida la jeep che il driver gli ha affidato in una zona sicura (sicura giusto la strada dato che siamo contorniati di simpatici cartelli che indicano mine in quell'area) e ci rechiamo nell'ultimo sito previsto per la giornata, Koh Ker, davvero bello anche questo, isolatissimo dato che SENZA JEEP NON CI SI VA e quindi non ci sono pullman e frotte di turisti! Torniamo a casa contenti e soddisfatti, giornata bella, diver gentilissimo e simpatico, tutto un altro andare, Ed superfelice di aver guidato la jeep ed andiamo anche all'agenzia per segnalare che il guidatore è stato davvero gentilissimo ed in gamba. Quanno ce vò ce vò!
Alla prossima amici!

SIEM REAP!





Eccomi qui alla stazione dei bus, mi lascio indietro Phnom Penh e dopo un viaggetto di 5 ipotetiche ore diventate naturalmente 7 alla fine (allora non fidatevi MAI degli orari che vi danno, aggiungete sempre per lo meno 1 ora od anche 2, qualsiasi mezzo voi prendiate qui! Bus come in questo caso ma anche barche, treni, bamboo trains, motorini, tuc tuc, anche se andate a piedi!!!) con un bus della PPST (ecco ce ne sono anche altre di compagnie, meglio le altre, sopratutto la Mekong Express. Ma si sopravvive tranquillamente anche su questa PPST, ho visto ben di peggio) giungo felice e trionfante a Siem Reap. Qui mi aspetta Ed , un amico conosciuto l'anno scorso mentre scorrazzavo libera e bella (si fa x dire, è che la frase suona meglio così, ok solo libera...) x il mondo e che lavora per una ONG in questa zona. Ci siamo inchiacchierati su un bus che portava dall'aeroporto di Bangkok alla città prima dell'avvento del fantastico collegamento in metro aeroporto/città! ora si impiega un nulla, allora diciamo che abbiamo avuto molto tempo x chiacchierare, circa 2 ore! E' la prima volta che ci rivediamo da allora ed anche se ci siamo sempre scritti mi chiedo se avremo poi qualcosa da dirci di persona! Ecco diciamo che questo dubbio me lo levo davvero molto velocemente.
Siem Reap è la porta d'ingresso per il magico sito archeologico di Angkor. Ai più quest'area sarà scopnosciuta (forse "ai più" forse è esagerato...non è che io sia esattamente Licia Colò, diciamo che l'audience è un pò diversa in termini di numeri, ma anche questo suonava bene, abbiate pazienza) ma se nomino il film TOMB RAIDER forse si aprono nuovi orzzonti. Ecco, quel film è stato girato qui.
Un primo assaggio del sito ce l'ho il pomeriggio stesso el mio arrivo quando io ed Ed, a cavallo di due mountain bikes, ci infiltriamo oltre le linee del nemico (l'inflessibile guardia che vorrebbe farci tornare alla biglietteria e pagare l'ingresso anche se sono le 17,30 e diluvia) seguendo un viottolo supernascosto che Ed conosce dato che è già penetrato abusivamente diverse volte in quest'area. Non comprendevo come mai fosse necessaria proprio una mountain bike ivece che una comodissima city bike. Finchè non ho visto il sentierino. Una roba strettissima e supersguillosa con un simpatico strapiombetto da un lato fatta a a misura ed altezza di nano da giardino tipo Pisolo e quindi con fronde, rami e siepi che come minimo tendono a decapitarti se ti trovi nella scomoda posizione di appartenere alla tribù dei Watussi come me. Ed procedeva spedito (od almeno ad una neofita della mountain bike così sembrava) di fronte a me. Oddio un paio di volte è stato agguantato dalla foresta ma se l'è sempre cavata con pochi danni permanenti. Io ho portato a casa praticamente un intero ramo che si era avvinghiato ai capelli e non se ne voleva sapere d tornare alla foresta. Va da sè che pioveva e questo, devo dire, non aiutava moltissimo. La meta finale era un piccolo, delizioso tempietto che praticamente nessuno conosce e frequenta. Tranne i khmer rossi ed i vietnamiti che durante le svariate guerre hanno lasciato diverse tracce di proiettili sul tempietto. Ricevo la mia prima lezione qui: sempre meglio camminare su pietre grosse che sembrano lì da una vita piuttosto che sulla nuda terra. Sotto una di quelle pietre più difficilmente si nasconde una mina. Anche se comunque questa zona è completamente sicura. La gita in bici è stata divertentissima,ho riso tantissimo, molto meglio di una gita a Disneyland!!!!
Torno alla guestouse (Chenla Guesthouse, pulitissima, poca spesa molta resa e non mi hanno nemmeno fatto pagare la laundry alla fine dato che conoscono la NGO per la quale Ed lavora) e tento di togliermi il fango rosso che mi si è appiccicato addosso dato che la notte di Siem Reap ci attende.
Allora la cittadina è a dir poco deliziosa! chiaramente a misura di turista quindi semplice da girare a piedi (ache se anche qui l'indicazione delle vie, ergo il nome , risulta nebulosa come nel resto della Cambogia. Solo un esempio, la guesthouse nella quale ho dormito a Phnom Penh è nella via n. 830. Che è una traversina della via tipo 216. DOV'E' IL SENSO LOGICO PORCA MISERIA??? COME FARA' UN ESSERE UMANO A CAPIRE DOVE SI TROVA????). Tutto il centro è in stile coloniale francese, stupende casette besse dipinte in tonalità pastello o rosso, qualche tocco di azzurro qua e là. La città strabocca di ristoranti e locali, uno più bello e buono dell'altro! ci sono specialità khmer, thai, indiane, italiane e chi più ne ha più ne meta, dico solo che ci sono almeno 2 ristoranti messicani....si capisce come mai molti expat che lavorano nelle ngo vengono qui x 6 mesi magari e rimangono 3 anni e bisogna buttarli fuori a calci, si passerebbero i pomeriggi solo a girare di caffetteria in caffetteria....ho trovato anche il MASALA DOSA qui!! certo non buono come in India ma non male!!! :)
E ve l'ho già detto che la cucina khmer è buonissima?
Qui potete fare tutto lo shopping che volete, ci sono almeno 4 grandi mercati. Certo visto uno visti tutti dato che le robe son sempre le stesse.
Alla prossima col racconto dei siti!!!!

5 x mille ad Emergency: post x Pierpaolo


Messaggio super-rapido, poi mi dilungherò sull'argomento in un post a parte: solo x dirti che il tuo 5 x mille ad Emergency è più che ben donato, ho visto il centro Emergency a Battambang. Un'oasi nel deserto (e non una cattedrale nel deserto....) e gente super che ci lavora. Aiutano davvero tante persone bisognose. Bacioniiii!!!!

lunedì 15 agosto 2011

luoghi comuni in Cambodia

Allora il primo: MA CHE BELLA VITA SERENA CONDUCONO I CONTADINI QUI, MI DA' UN SACCO DI SERENITA' GUARDARLI.
Ecco questo capolavoro non è stato creato da me ma da un viandante incrociato in un caffè. La vita dell'agricoltore in Cambodia è tutto fuorchè serena e facile, soprattutto se coltiva riso. Si spezza la schiena per non so quante ore al giorno sotto il sole e completamente immerso nell'acqua. Sia la fase di semina che quella di raccolta è fatta a mano, quindi va da sè che non è un lavoro facile ed è a dir poco logorante.
il secondo: MA VUOI CHE NON ESISTA UN ATTREZZO MECCANICO CHE PIANTI O CHE RACCOLGA IL RISO NEL 2011?
Ecco questa perla invece è la mia, non che ci sia da vantarsene. La risposta è si, esistono delle mietitrici per il riso ma il punto è che nessuno qui se le può assolutamente permettere.
il terzo: CHE PERSONE PACIFICHE QUESTI CAMBOGIANI, SEMPRE SORRIDENTI.
Certo ti sorride anche il guidatore di tuc tuc sul quale sei comodamente adagiato, il venditore di pancakes o quello che ti prepara i noodles ma magari questi soggetti erano Khmer rossi fino a 15/20 anni fa ed hanno sterminato solamente 3 milioni di persone (su 7 milioni di popolzione), loro compaesani, per ragioni incomprensibili a tutti. C'è sempre qualcuno che ti racconta qui che il suo vicino era un khmer rosso. Pensate come dormono tranquilli i cambogiani.

domenica 14 agosto 2011

alla fine davvero Cambodia




Eccomi qui! alla fine davvero atterro a Phnom Penh! Prime impressioni su questo nuovo paese (nuovo nel senso che non ci sono mai stata):

- aeroporto stile quello di Bali, poca spesa - poca resa
-tempo per il rilascio del visto 4 minuti, da qui si capisce che è solo un modo x spillare soldi non certo un controllo su chi entra nel paese; mi raccomando arrivare già con tutto in mano e con la foto tessera altrimenti vi sgridano
- all'uscita un pò di omini che ti vogliono propinare tuc tuc e taxi ma niente di inaffrontabile, c'è pure un banchetto che fa finta di organizzare i taxisti, giusto per rassicurare i turisti appena atterrati.
- tolti i poco gentili signori dell'immigration office la gente sembra davvero gentile e cordiale.
- la città non è enorme però non eistono grattacieli e palazzoni quindi alla fine per andare da una parte all'altra della suddetta ci vuole del tempo
- traffico:oggi le comiche. Non ci sono segnali. NESSUN CARTELLO. Sapete quelle cose banali alle quali ormai nessuno dà più peso (tranne nel caso di incidenti) come i "dare la precedenza", gli "stop" etc etc???? ecco qui li hanno eliminati. Si vede che non vanno di moda nemmeno le righe bianche per terra o che da qualche anno hanno finito il bianco perchè non c'è una riga dipinta. In realtà qui e là si vedono delle striscie pedonali. Non fateci caso, devono essere uno scherzo della municipalità, nessuno le considera come utili od importanti. Vedere il traffico che si muove soprattutto in prossimità degli incroci è davvero incredibile, una sorta di danza della quale è evidente che non conoscete nemmeno l'abc, tutti passano insieme. Giuro, TUTTI PASSANO INSIEME. Senza suonare o strombazzare, mica siamo a Bombay. Ma se io dovessi passare con un qualsivoglia mezzo di trasporto creerei una fila da Phnom Penh ad Hanoi.....dicono che il trucco sta nell'andare piano, infatti tutti van piano. Ma io non mi fdo.....
- mezzo di trasporto che va per la maggiore: il motorino. Una sorta di orrendume che è un incrocio tra un vecchio "Bravo" ed un "Si" con la sella del "Boxer". II giovani non capiranno di cosa sto parlando, mi dispiace per loro, non sanno cosa si son persi. In motorino si va minimo in tre e da tre a infinito. Il numero più comune è quattro. Il casco non lo porta nessuno, a volte il primo della fila sulla sella. Curiosità, se ti ferma la polizia e c'è un plotone di 4 persone sul motorino non importa purchè il primo abbia il casco. Va anche detto che i cambogiani sono piccoletti, certo quattro giandoni come me ed i miei compagni di basket della pausa pranzo non ci starebbero su sta motoretta.
- La guesthouse che ho scelto per la prima notte mi è stata suggerita da Ed , un amico che ha lavorato lì come volontario diversi anni fa. Ecco il sito se vi capita di andare a Phnom Penh, è davvero carinissima e sono tutti stra-gentili e soprattutto tutti i proventi vengono reinvestiti in una ONG che aiuta i bimbi cambogiani: http://www.youkhinhouse.com .
- Faccio un giretto sul lungofiume la sera e mi accorgo che questa città è assolutamente pienissima di turisti, rilessione che verrà anche nelle città successive. Moltissimi francesi che, come sempre, non si sforzano di parlare altro che il loro idioma, spagnoli, un pò di italiani ed inglesi. Il lungofiume è pienissimo di ristoranti di tutti i tipi e nazionalità, la qualità del servizio e del cibo è alta; la qualità dell'inglese è a dir poco da rivedere....
- la specialità locale è ovvia , non ve la devo nemmeno enunciare, vero? la PIZZA. Ci saranno 1000 pizzerie. Non so che tipo di pizza sia la pizza khmer ma dalle foto sembra una normalissima pizza. I khmer sonbo i gentili abitanti di questo paese quindi questa parola non è legata solo a genocidi perpetrati dai khmer rossi.
- vedo anche cose che non vorrei vedere, bambini vestiti e truccati da donne. Non devo dire altro, vero?
- moda: allora qui la vicenda si fa intricata. Vedo una motitudine di negozi per vestiti da sera, non ho capito cosa si metta la gente tutti i giorni posto che non la vedo vestita da cerimonia e soprattutto dove compri i capi d'abbigliamento. E' evidente che un capo che va per la maggiore è il pigiama. Di giorno intendo, la gente esce vestita in piagiama. Avete presente quei robi orrendi con fiorellini od orsetti disegnati? ecco proprio quelli, ci vanno al lavoro. Non lo so cosa si mettano di notte però.
- uno sport che vedo va molto di moda qui è la caccia alla pulce: c'è gente che passa le ore a spulciare le altrui teste. Vi viene un pò da grattarvi la testa vero??? :)
Alla prossima puntata amici miei , da Siem Reap!!!!

ps nella foto tipici mezzi di trasporto locale ed un momento-Monet!

venerdì 12 agosto 2011

X mia sorella:

ALLORA QUANDO LA SFORNI STA CREATURAAAAAA?????????

direzione Cambodia!!!





Eccomi qui, di nuovo in aeroporto dopo la giornata passata a Delhi, 3 docce fatte e non sentirle (nel senso che ci si sente sporchi esattamente come se si fosse appena usciti dal peggio slum della città)! mi attende Santa Air Asia in aeroporto, solite scene, 75 milioni di controlli e poi magari c'è uno che imbarca un quintale di tritolo, siamo pur sempre a Delhi.
Bene, si riparte, destinazione....Bangkok. Lo soooo. Bangkok non è in Cambodia. Ma dato checi dovevo comunque passare, come sia possibile sorvolarla proprio durante il week end e non fermarsi x almeno 24 ore io proprio non lo so. Perchè nel week end c'è il famosissimo CHATUCHAK MARKET qui. E' un luogo che ho frequentato diverse volte , sempre con un senso di frustrazione che solo una donna squattrinata e senza spazio nella valigia può comprendere. Questo è un luogo sacro per una donna, un luogo dove si morerebbe in serenità e pace, sapendo di aver goduto dei piaceri che la vita ci offre.
Per spiegarlo ai gentili lettori di sesso maschile, è come se un diabetico entrasse in una pasticceria e fosse costretto a passare lì la giornata rimirando la gente che si abboffa di dolci, mentre lui può al massimo prendere un tea senza zucchero e due bicottini secchi. E' vita questa??? dato che questa volta possedevo un pò più di soldi ed un pò più di spazio nella valiga capite da voi che non era possibile non fermarsi qui.
Atterro quindi alle cinque del mattino (seconda notte di fila passata in aereo, comincio a cedere...), check in, doccione, un'oretta di sonno e poi vado in paradiso. Non vi annoio con i dettagli della giornata (tranne per il piccolo dettaglio che alla fine non ho comprato quasi nulla, ero sopraffatta dall'offerta! Ma sono stata felice comunque), passo direttamente alla serata! Incontro Fulvio a Bangkok che si sta recando in tutt'altra direzione ed essendo il suo comple la sera si festeggia! E' dei nostri anche Helen, un'amica conosciuta qualche anno fa a Dubai; Helen è Sudafricana ed è a Bangkok per visitare suo padre che vive lì! Ci raggiunge anche Hiro, simpaticissimo e loquacissimo (chi se lo sarebbe aspettato da un giapponese...ahhh, che bel luogo comune....)cameraman della tv di stato giapponese che lavora a Bangkok, amico di Helen; che dire, serata super! Hiro ci porta anche in un hotel stupendo per un cocktail dalla quale terrazza si ammira la città intera! Grazie ragazzi!!!

Ps riguardo alle foto, quella cibaria è la mitica insalata di papaja che adoro, quella con la roba gialla invece non si mangia, era un catino pieno d'acqua e petali!!!

lunedì 8 agosto 2011

si riparte!!!! :)






Allora, un ultimo sguardo alla mansarda nella quale ho sparso i miei averi negli ultimi mesi(oltre che a casa di Oriana e di mia sorella...) nella speranza che quello che sicuramente mi sono dimenticata di mettere in valigia (avendola fatta, come da tradizione, la notte prima di partire) compia un balzo e si mostri a me. No, non vedo guizzi tipo carpa giapponese o salmone che risale la corrente. Pazienza quello che manca lo comprerò strada facendo... perchè è ovvio che, facendo la valigia alle due di notte e senza sapere dove son sparsi i propri averi, qualcosa ci si dimentica.
SI VA IN AEROPORTO!!!!
Avewvo già deciso da qualche mese la meta per queste vacanze, un paese che ho mancato di visitare nel mio pellegrinaggio e che tutti mi descrivevano come molto interessante, LA CAMBOGIA!!!
Detto fatto, partenza il 05 agosto, Bologna Monaco con Lufthansa e poi Monaco ...DELHI.
No, non hanno spostato Delhi in Cambogia, ho fatto una piccola deviazione.
Come sia possibile sorvolare l'India a cuor leggero senza fare nemmeno uno stop di 12 ore io non lo so, non ho il cuore di farlo, quindi eccomi qui a Delhi!!! sono passati 8 mesi ma tutto mi sembra immutato, un miliardo di gradi e umiità altissimo. Soluto smog, solito traffico. Ah no una novità incredibile c'è , finalmente la metro dall'aeroporto al centro città è attiva! 18 minuti e passa la paura, niente traffico, smog, bus conscritte in cirillico che non li prendi mai, litigate coi rikscioari, taxisti che non hanno la più pallida idea di dove ti evono portare e chiedono a tutti gli abitanti della città indicazioni (remind, 17 milioni di abitanti).No, si sale e dopo 18 minuti si scende a New Delhi. Dato che sul sito dell'aeroporto viene nominato un luggage storage e, dato che non ho voglia di trascinarmi la valigia per tutto il giorno, mi adopero per trovarlo appena atterro (appena si fa per dire, indian time, controlo passaporti, ritiro bagaglio , totale 45 minuti). Chiedo a circa 20 persone appartenenti a diverse categorie, poliziotti, ristoratori, personale di compagnie aeree, gestori di telefoni pubbilici. Ricevo 20 risposte diverse. Cito solo le 3 più divertenti:
1 "non è mai esistito"
2 "per questo mese è chiuso per lavori"
3 è dentro il parcheggio delle auto"

Dopo circa un'ora di ricerche chiaramente infruttuose desisto e mi focalizzo sulla metro. Ecco, il baggage storage, dovesse mai servirvi, è vicino all'entrata della metro. Va da sè che non esiste nessun cartello che lo indica, sia chiaro.
Sulla metro va tutto liscio, deve esserci un trucco sotto.
Mi reco direttamente a casa di Carlos e GUillermo. Anche qui tutto invariato! anzi no, la casa è più carina ed accogliente, mi sento un pò a casa mia qui!
Carlos , spiritosone, dice che mi aspettavano massimo per le otto dato che il volo atterrava alle sette. CARLOS MA E' UN ANNO CHE VIVI Lì NON HAI ANCORA CAPITO COME VANNO LE COSE IN INDIA???? Detto questo, gli amici stanno bene. Tranne per il fatto che Carlos ha perso 8 kg. E non serviva che ne perdesse nemmeno uno, anzi.... Carlos mangia su tutto il pane ed il formaggio che ti ho portato!!!!
Due episodi riguardanti la polizia indigena che danno la misura del paese:
1 poliziotto vestito di tutto punto con la sua brava divisa che ferma i passanti per dar loro volantini di un ristorante.
2 n.2 poliziotti, sempre in divisa , su una moto. Fin qui nulla di strano, se non fosse che tra i due si era accomodato un terzo passeggero.
Che speranza avrà mai questo paese???? :)
Bella giornata a zonzo , cibo indiano e chiacchiere, cosa chiedere di più dalla vita? Torno in aeroporto la sera e riparto, la Cambogia mi attende!!!
Allego reportage fotografico degli spagnoli e dell'hotel demolito, ricordate la vicenda? lo stanno ricostruendo!!!!


Ps Riccardo come va tra le Ande????